venerdì 25 dicembre 2009

Ricapitolando: Jazz Colours Christmas Party 2009



A conclusione del ciclo dei 12 incontri di “Jazz Colours – La musica che ti gira intorno” alla Casa del Jazz abbiamo pensato che, caso più unico che raro, sarebbe stato piacevole riunire tutti i musicisti che hanno partecipato agli incontri, gli altri musicisti romani che vorranno partecipare, i DJs più autorevoli e profondi conoscitori della musica in un Christmas Party a base di Jam Session, allegria, fastoso DJ Set e brindisi natalizio.

Una serata indimenticabile ad alto, e Lussuoso! tasso di creatività sonora.

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo da

Alfredo Saitto & Vittorio Malpassuti,
Giorgia Ferrara e Valentina Vinci Orlando

Caffe Latino
Via di monte Testaccio 96, Roma

Jazz Colours Christmas Party 2009

Martedì 22 dicembre – ore 22.00

Luxury jam session (ore 22.30)

Master of Ceremony Mr. Alfredo Posillipo

Many thanks to (in alphabetical order):

Fabio Accardi (batteria) - Federica Baioni (voce) - “Silviavoice” Barba (voce) - Daniele Basirico (basso elettrico) - Aldo Bassi (tromba e flicorno) - Giuseppe Bassi (contrabbasso) - Riccardo Biseo (pianoforte) - Pierpaolo Bisogno (marimba e percussioni) - Alfredo Bochicchio (chitarra) - Luca Bulgarelli (basso elettrico, contrabbasso & electronics) - Massimo Calabrese (basso elettrico e voce) - Steve Cantarano (contrabbasso) - Giosi Cincotti (pianoforte e tastiere) - Claudio Colasazza (pianoforte) - Eric Daniel (sax e flauto) - Marina De Santis (voce) - Maria Pia De Vito (voce & electronics) - Dario Esposito (batteria) - Riccardo Fassi (pianoforte) - Jacopo Ferrazza (basso elettrico e contrabbasso) - Alessandro Gwis (pianoforte & electronics) - Mats Helberg /chitarra) - Giovanni Imparato (percussioni) - Paolo Innarella (strumenti a fiato) - Pino Jodice (pianoforte) - Emilio Marinelli (pianoforte) - Alessandro Marzi (batteria) - Pippo Matino (basso elettrico) - Stefano Micarelli (chitarra) - Eddy Palermo (chitarra) - Maurizio Perrone (contrabbasso) - Désirée Petrocchi (voce) - Davide Pistoni (pianoforte, tastiere e voce) - Francesco Puglisi (basso elettrico e contrabbasso) - Michele Rabbia (batteria, percussioni & electronics) - Simona Rizzi (voce) - Domenico Sanna (pianoforte) - Rinaldo Santiago (batteria) - Carlos Sarmiento (pianoforte) - Emanuele Smimmo (batteria) - Giuliana Soscia (fisarmonica) - Susanna Stivali (voce) - Marcello Surace (batteria) - Fulvio Tomaino (voce) - Fabiola Torresi (voce) - Marco Valeri (batteria) - Giuliano Valori (pianoforte) - Franco Ventura (chitarre e voce) - Aldo Vigorito (contrabbasso) - Antonella Vitale (voce) - Derek Wilson (batteria) - Ezio Zaccagnini (batteria e percussioni) - Aidan Zammit (pianoforte e voce) - Jan Carlos Albelo Zamora (violino e armonica a bocca) - Rocco Zifarelli (chitarre ed electric oud)

Luxury DJ set (ore 24.00 circa)

Master of Ceremony: Mr. Foxy John

With (in alphabetical order):

Gino Woody Bianchi (jazz funk) - Claudio Casalini (swing jazz) - Filippo Clary (jazz lounge) – Stefano De Nicola (soul jazz) – Giancarlino (acid jazz) - Paolo Micioni (jazz rock) – Gianni Sponti (latin jazz) - Mario Tagliaferri (italian jazz pop) - Andrea Torre (international jazz pop)

Sono di rigore:
il vero amore per la buona musica
la voglia di partecipare ad una serata indimenticabile

Ricapitolando: 12° incontro - Jazz e Spiritualità

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno
12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

12° incontro
Jazz e Spiritualità
Mercoledì 17 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
Notker Wolf OSB (Abate Primate dell’ordine dei Benedettini)

Riccardo Biseo (pianoforte)

Giuliana Soscia (fisarmonica) e Pino Jodice (pianoforte)

Vocintransito
Désirée Petrocchi (Voce) - Simona Rizzi (Voce) - Susanna Stivali (voce) - Fabiola Torresi (Voce) - Aidan Zammit (Piano & Voce)

Le radici del jazz affondano nella cultura africana, nei canti degli schiavi neri deportati negli Stati Uniti. Queste persone, lavorando, cantavano qualcosa che, più tardi, i loro stessi nipoti avrebbero battezzato Blues. Il blues - che evidentemente con il jazz è imparentato - è anch'esso uno stato dell'anima. L'armonia (l'insieme degli accordi alla base della melodia) del blues è assolutamente caratteristica e peculiare: da essa provengono il jazz e il corrispettivo religioso del blues, lo spiritual (o gospel). Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonico e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. I termini Negro spiritual, Black spiritual, e afro-american spiritual, sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afro americani; i bianchi spesso le chiamavano canzoni degli schiavi).

Ricapitolando: 11° incontro - Jazz e Ethno/World

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

11° incontro
Jazz e Ethno / World Music
Giovedì 17 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
Giovanni Imparato (percussioni)
Piepaolo Bisogno (marimba e percussioni)

L'etimologia della parola jazz è sconosciuta, ma il grande Dizzy Gillespie diceva che jasi, in un dialetto africano, significa "vivere ad un ritmo accelerato". A noi piace pensarla come il grande Dizzy. Gli schiavi neri, deportati dall'Africa dal 1500 al 1865, si incontrarono con gli europei giunti a colonizzare le Americhe, e dall'incrocio di forze sotterranee di un popolo considerato istintivo (gli africani) e dall'idealismo occidentale nato dalla Grecia classica e dal mondo germanico fiorì una nuova forma culturale basata sulla creatività istintività conviviale e sull'improvvisazione; vocale e strumentale. Nel sud degli Stati Uniti gli schiavi neri si mantennero legati alla loro musica e innanzitutto al canto; gli strumenti musicali portati dall'Africa, in particolare i tamburi, furono infatti confiscati in quanto i bianchi credevano che fossero usati per comunicare e per incitarsi alla ribellione. La tradizione musicale africana era collegata ad avvenimenti della vita quotidiana agricola e pastorale e manifestazioni guerresche. Con questo incontro andremo alle origini del jazz e passeremo in rassegna i momenti in cui la tradizione di una terra diventa suono inconfondibile.

giovedì 10 dicembre 2009

Ricapitolando: 10° incontro - Jazz e Cinema

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

10° incontro
Jazz e Cinema
Lunedì 7 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
RICCARDO FASSI TRIO
Riccardo Fassi (pianoforte) – Steve Cantarano (contrabbasso) – Marco Valeri (batteria)

SUSANNA STIVALI e EMILIO MARINELLI DUO
Susanna Stivali (voce) – Emilio Marinelli (pianoforte)

Il cinema ha spesso utilizzato il jazz e i suoi protagonisti ai propri fini. Basti pensare al film d'esordio del cinema sonoro “The Jazz Singer” (1927), che tuttavia col jazz aveva poco a che fare. Per almeno 30 anni, salvo qualche breve filmato come “Black and Tan Fantasy” (1929) di Dudley Murphy, “Symphony in Black” (1935) di Fred Waller e “Jammin' the Blues” (1944) di Gjon Mili, si sono viste biografie romanzate di jazzisti come: “Five Pennies” (su Red Nichols), “The Benny Goodman Story”, “The Glenn Miller Story”, ecc., oppure film con al partecipazione a diverso titolo di musicisti singoli, di gruppi o di orchestre come: “Cabin in the Sky, New Orleans” (in italiano “La città del Jazz”), “Stormy Weather”, “A Song is Born” (in italiano “Venere e il professore”), ecc., o ancora films con colonne sonore scritte da jazzisti come: “Anathomy of a Murder” (“Anatomia di un Omicidio”), scritta da Duke Ellington, “The Man with the Golden Arm” (“L'Uomo dal Braccio d'Oro”), scritta da Elmer Bernstein, o “Ascenseur pour l'Éschafaud” (“Ascensore per il Patibolo”) scritta da Miles Davis, ecc, solo per ricordare i più noti. 5o anni fa, finalmente, nell'estate del 1958, il regista statunitense Bern Stein realizzò un film-documentario: Jazz in a “Summer's Day” sul Festival del Jazz di Newport di quell'anno, l'evento jazzistico per antonomasia. La pellicola ci offre dei ritratti sonori del meglio del jazz, del blues e del gospel di quel periodo (Louis Armstrong, Gerry Mulligan, Thelonouis Monk, Chico Hamilton, Jimmy Giuffre, Anita O'Day, Dinah Washington, Mahalia Jackson, e molti altri). E poi c’è la storia recente con grandi temi figli del jazz e biografie intense realizzate con amore.

mercoledì 9 dicembre 2009

Ricapitolando: 9° incontro - Jazz e Pop (forma canzone)

La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


9° incontro

Jazz e Pop Song


Lunedì 30 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00


Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Regia multimediale di Vittorio Malpassuti


Con

BassVoice Project

Pippo Matino (basso elettrico) – “Silviavoce” Barba (voce)


ANTONELLA VITALE QUINTET

Antonella Vitale (voce) – Domenico Sanna (pianoforte) – Francesco Puglisi (contrabbasso) - Alessandro Marzi (batteria) – Aldo Bassi (tromba e flicorno)


FEDERICA BAIONI QUARTET

Federica Baioni (voce) – Giuliano Valori (pianoforte)

Maurizio Perrone (contrabbasso) – Dario Esposito (batteria)


A differenza di quello che accade spessissimo nel pop, nel jazz non c’è la corsa alla composizione e la cosa si spiega facilmente: sono in tanti a presumere di avere l’ispirazione per scrivere una canzone, una forma di espressione che da sempre va considerata popolare, mentre per comporre un brano jazz serve una preparazione tecnica indubbiamente più alta. Accade che, talvolta, una grande canzone riesca a superare i confini della sua tradizionale fruizione, per trasformarsi in un evergreen (sfidando lo scorrere del tempo) e, in casi molto particolari, in standard jazz (o meglio: new standar) beneficiando dell’estro, del talento e del genio espressivo di musicisti che preferiscono intervenire su quello che è accreditato come bello, invece di rischiare la propria creatività in brani originali a rischio di risultati scontati. Il jazz ed il pop si sposano spesso, si incrociano, si colorano l’un l’altro e, spesso, con risultati fantastici ed inattesi. Quasi sempre, i jazzisti che decidono di appropriarsi di una canzone pop, la prima cosa che fanno, è sacrificare il testo. Non vanno, comunque, dimenticate le canzoni pop che nascono con una certa predisposizione jazzy che rientrano in una sfera più sofisticata, molto gradita da un pubblico dal palato fino.