venerdì 25 dicembre 2009

Ricapitolando: Jazz Colours Christmas Party 2009



A conclusione del ciclo dei 12 incontri di “Jazz Colours – La musica che ti gira intorno” alla Casa del Jazz abbiamo pensato che, caso più unico che raro, sarebbe stato piacevole riunire tutti i musicisti che hanno partecipato agli incontri, gli altri musicisti romani che vorranno partecipare, i DJs più autorevoli e profondi conoscitori della musica in un Christmas Party a base di Jam Session, allegria, fastoso DJ Set e brindisi natalizio.

Una serata indimenticabile ad alto, e Lussuoso! tasso di creatività sonora.

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo da

Alfredo Saitto & Vittorio Malpassuti,
Giorgia Ferrara e Valentina Vinci Orlando

Caffe Latino
Via di monte Testaccio 96, Roma

Jazz Colours Christmas Party 2009

Martedì 22 dicembre – ore 22.00

Luxury jam session (ore 22.30)

Master of Ceremony Mr. Alfredo Posillipo

Many thanks to (in alphabetical order):

Fabio Accardi (batteria) - Federica Baioni (voce) - “Silviavoice” Barba (voce) - Daniele Basirico (basso elettrico) - Aldo Bassi (tromba e flicorno) - Giuseppe Bassi (contrabbasso) - Riccardo Biseo (pianoforte) - Pierpaolo Bisogno (marimba e percussioni) - Alfredo Bochicchio (chitarra) - Luca Bulgarelli (basso elettrico, contrabbasso & electronics) - Massimo Calabrese (basso elettrico e voce) - Steve Cantarano (contrabbasso) - Giosi Cincotti (pianoforte e tastiere) - Claudio Colasazza (pianoforte) - Eric Daniel (sax e flauto) - Marina De Santis (voce) - Maria Pia De Vito (voce & electronics) - Dario Esposito (batteria) - Riccardo Fassi (pianoforte) - Jacopo Ferrazza (basso elettrico e contrabbasso) - Alessandro Gwis (pianoforte & electronics) - Mats Helberg /chitarra) - Giovanni Imparato (percussioni) - Paolo Innarella (strumenti a fiato) - Pino Jodice (pianoforte) - Emilio Marinelli (pianoforte) - Alessandro Marzi (batteria) - Pippo Matino (basso elettrico) - Stefano Micarelli (chitarra) - Eddy Palermo (chitarra) - Maurizio Perrone (contrabbasso) - Désirée Petrocchi (voce) - Davide Pistoni (pianoforte, tastiere e voce) - Francesco Puglisi (basso elettrico e contrabbasso) - Michele Rabbia (batteria, percussioni & electronics) - Simona Rizzi (voce) - Domenico Sanna (pianoforte) - Rinaldo Santiago (batteria) - Carlos Sarmiento (pianoforte) - Emanuele Smimmo (batteria) - Giuliana Soscia (fisarmonica) - Susanna Stivali (voce) - Marcello Surace (batteria) - Fulvio Tomaino (voce) - Fabiola Torresi (voce) - Marco Valeri (batteria) - Giuliano Valori (pianoforte) - Franco Ventura (chitarre e voce) - Aldo Vigorito (contrabbasso) - Antonella Vitale (voce) - Derek Wilson (batteria) - Ezio Zaccagnini (batteria e percussioni) - Aidan Zammit (pianoforte e voce) - Jan Carlos Albelo Zamora (violino e armonica a bocca) - Rocco Zifarelli (chitarre ed electric oud)

Luxury DJ set (ore 24.00 circa)

Master of Ceremony: Mr. Foxy John

With (in alphabetical order):

Gino Woody Bianchi (jazz funk) - Claudio Casalini (swing jazz) - Filippo Clary (jazz lounge) – Stefano De Nicola (soul jazz) – Giancarlino (acid jazz) - Paolo Micioni (jazz rock) – Gianni Sponti (latin jazz) - Mario Tagliaferri (italian jazz pop) - Andrea Torre (international jazz pop)

Sono di rigore:
il vero amore per la buona musica
la voglia di partecipare ad una serata indimenticabile

Ricapitolando: 12° incontro - Jazz e Spiritualità

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno
12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

12° incontro
Jazz e Spiritualità
Mercoledì 17 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
Notker Wolf OSB (Abate Primate dell’ordine dei Benedettini)

Riccardo Biseo (pianoforte)

Giuliana Soscia (fisarmonica) e Pino Jodice (pianoforte)

Vocintransito
Désirée Petrocchi (Voce) - Simona Rizzi (Voce) - Susanna Stivali (voce) - Fabiola Torresi (Voce) - Aidan Zammit (Piano & Voce)

Le radici del jazz affondano nella cultura africana, nei canti degli schiavi neri deportati negli Stati Uniti. Queste persone, lavorando, cantavano qualcosa che, più tardi, i loro stessi nipoti avrebbero battezzato Blues. Il blues - che evidentemente con il jazz è imparentato - è anch'esso uno stato dell'anima. L'armonia (l'insieme degli accordi alla base della melodia) del blues è assolutamente caratteristica e peculiare: da essa provengono il jazz e il corrispettivo religioso del blues, lo spiritual (o gospel). Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonico e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. I termini Negro spiritual, Black spiritual, e afro-american spiritual, sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afro americani; i bianchi spesso le chiamavano canzoni degli schiavi).

Ricapitolando: 11° incontro - Jazz e Ethno/World

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

11° incontro
Jazz e Ethno / World Music
Giovedì 17 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
Giovanni Imparato (percussioni)
Piepaolo Bisogno (marimba e percussioni)

L'etimologia della parola jazz è sconosciuta, ma il grande Dizzy Gillespie diceva che jasi, in un dialetto africano, significa "vivere ad un ritmo accelerato". A noi piace pensarla come il grande Dizzy. Gli schiavi neri, deportati dall'Africa dal 1500 al 1865, si incontrarono con gli europei giunti a colonizzare le Americhe, e dall'incrocio di forze sotterranee di un popolo considerato istintivo (gli africani) e dall'idealismo occidentale nato dalla Grecia classica e dal mondo germanico fiorì una nuova forma culturale basata sulla creatività istintività conviviale e sull'improvvisazione; vocale e strumentale. Nel sud degli Stati Uniti gli schiavi neri si mantennero legati alla loro musica e innanzitutto al canto; gli strumenti musicali portati dall'Africa, in particolare i tamburi, furono infatti confiscati in quanto i bianchi credevano che fossero usati per comunicare e per incitarsi alla ribellione. La tradizione musicale africana era collegata ad avvenimenti della vita quotidiana agricola e pastorale e manifestazioni guerresche. Con questo incontro andremo alle origini del jazz e passeremo in rassegna i momenti in cui la tradizione di una terra diventa suono inconfondibile.

giovedì 10 dicembre 2009

Ricapitolando: 10° incontro - Jazz e Cinema

La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

10° incontro
Jazz e Cinema
Lunedì 7 dicembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Regia multimediale di Vittorio Malpassuti

Con
RICCARDO FASSI TRIO
Riccardo Fassi (pianoforte) – Steve Cantarano (contrabbasso) – Marco Valeri (batteria)

SUSANNA STIVALI e EMILIO MARINELLI DUO
Susanna Stivali (voce) – Emilio Marinelli (pianoforte)

Il cinema ha spesso utilizzato il jazz e i suoi protagonisti ai propri fini. Basti pensare al film d'esordio del cinema sonoro “The Jazz Singer” (1927), che tuttavia col jazz aveva poco a che fare. Per almeno 30 anni, salvo qualche breve filmato come “Black and Tan Fantasy” (1929) di Dudley Murphy, “Symphony in Black” (1935) di Fred Waller e “Jammin' the Blues” (1944) di Gjon Mili, si sono viste biografie romanzate di jazzisti come: “Five Pennies” (su Red Nichols), “The Benny Goodman Story”, “The Glenn Miller Story”, ecc., oppure film con al partecipazione a diverso titolo di musicisti singoli, di gruppi o di orchestre come: “Cabin in the Sky, New Orleans” (in italiano “La città del Jazz”), “Stormy Weather”, “A Song is Born” (in italiano “Venere e il professore”), ecc., o ancora films con colonne sonore scritte da jazzisti come: “Anathomy of a Murder” (“Anatomia di un Omicidio”), scritta da Duke Ellington, “The Man with the Golden Arm” (“L'Uomo dal Braccio d'Oro”), scritta da Elmer Bernstein, o “Ascenseur pour l'Éschafaud” (“Ascensore per il Patibolo”) scritta da Miles Davis, ecc, solo per ricordare i più noti. 5o anni fa, finalmente, nell'estate del 1958, il regista statunitense Bern Stein realizzò un film-documentario: Jazz in a “Summer's Day” sul Festival del Jazz di Newport di quell'anno, l'evento jazzistico per antonomasia. La pellicola ci offre dei ritratti sonori del meglio del jazz, del blues e del gospel di quel periodo (Louis Armstrong, Gerry Mulligan, Thelonouis Monk, Chico Hamilton, Jimmy Giuffre, Anita O'Day, Dinah Washington, Mahalia Jackson, e molti altri). E poi c’è la storia recente con grandi temi figli del jazz e biografie intense realizzate con amore.

mercoledì 9 dicembre 2009

Ricapitolando: 9° incontro - Jazz e Pop (forma canzone)

La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


9° incontro

Jazz e Pop Song


Lunedì 30 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00


Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Regia multimediale di Vittorio Malpassuti


Con

BassVoice Project

Pippo Matino (basso elettrico) – “Silviavoce” Barba (voce)


ANTONELLA VITALE QUINTET

Antonella Vitale (voce) – Domenico Sanna (pianoforte) – Francesco Puglisi (contrabbasso) - Alessandro Marzi (batteria) – Aldo Bassi (tromba e flicorno)


FEDERICA BAIONI QUARTET

Federica Baioni (voce) – Giuliano Valori (pianoforte)

Maurizio Perrone (contrabbasso) – Dario Esposito (batteria)


A differenza di quello che accade spessissimo nel pop, nel jazz non c’è la corsa alla composizione e la cosa si spiega facilmente: sono in tanti a presumere di avere l’ispirazione per scrivere una canzone, una forma di espressione che da sempre va considerata popolare, mentre per comporre un brano jazz serve una preparazione tecnica indubbiamente più alta. Accade che, talvolta, una grande canzone riesca a superare i confini della sua tradizionale fruizione, per trasformarsi in un evergreen (sfidando lo scorrere del tempo) e, in casi molto particolari, in standard jazz (o meglio: new standar) beneficiando dell’estro, del talento e del genio espressivo di musicisti che preferiscono intervenire su quello che è accreditato come bello, invece di rischiare la propria creatività in brani originali a rischio di risultati scontati. Il jazz ed il pop si sposano spesso, si incrociano, si colorano l’un l’altro e, spesso, con risultati fantastici ed inattesi. Quasi sempre, i jazzisti che decidono di appropriarsi di una canzone pop, la prima cosa che fanno, è sacrificare il testo. Non vanno, comunque, dimenticate le canzoni pop che nascono con una certa predisposizione jazzy che rientrano in una sfera più sofisticata, molto gradita da un pubblico dal palato fino.

venerdì 27 novembre 2009

Ricapitolando: 8° incontro - Jazz e Tango


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno
12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

8° incontro
Jazz e Tango
Lunedì 23 novembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti

Con
GIULIANA SOSCIA – PINO JODICE & ITALIAN TANGO QUARTET

Giuliano Soscia (fisarmonica)
Pino Jodice (pianoforte)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Emanuele Smimmo (batteria)

Il tango è una forma d'arte che comprende musica e danza nata a Buenos Aires intorno alla seconda metà dell'800. Il tango utilizza per le sue esecuzioni uno strumento, forse inventato o forse popolarizzato dal musicista tedesco Heinrich Band, il bandoneón, una sorta di fisarmonica di legno con dei fori la cui apertura o chiusura con i polpastrelli produce le note, e che ha la caratteristica di cambiare la nota a seconda se il mantice viene compresso o invece dilatato. Pur essendo una musica molto sincopata, non utilizza strumenti a percussione ed anche gli altri strumenti utilizzati vengono suonati in modo del tutto particolare per dare forti accenti di battuta e segnature ritmiche. La sua struttura armonica, però, è tipicamente italiana. La metà del peso culturale del tango è originaria dall'Italia. I nomi dei maggiori compositori di musica, a partire dai primi anni del Novecento fino all’età d’oro, quella degli anni '30 e '40, Aníbal Troilo, Juan D'Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, Francisco De Caro, sono tutti figli d’italiani. Anche Astor Piazzolla, il musicista che ha cambiato il corso del tango, portandolo in giro per il mondo, ha origini italiane (per la precisione di Trani). Musicalmente il tango si è evoluto incontrando il jazz e, negli ultimi anni, è sorto un movimento di giovani musicisti che tramite le contaminazioni hanno creato quello che per semplicità viene definito nuevo tanto. Il 30 settembre 2009 l'UNESCO ha dichiarato il tango Patrimonio Culturale Intangibile dell'Umanità.

Ricapitolando: 7° incontro - Soul Jazz e Acid Jazz


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


7° incontro

Soul Jazz e Acid Jazz


Lunedì 16 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

FULVIO TOMAINO & ITALIAN SOUL DELEGATION

Fulvio Tomaino (lead vocal)

Massimo Calabrese (bass & voice)

Franco Ventura (guitars & voice)

Davide Pistoni (piano, keyboards & voice)

Derek Wilson (drums & percussion)

Eric Daniel (saxes & flute

)

In questo incontro è protagonista la musica nera e le sue mille sfaccettature. Se prendiamo in considerazione la black music che oggi ascoltiamo, ci dovremmo perdere in mille definizioni legate a stili o generi simili, ma diversi. Semplificando: tutto è iniziato (saltando a piè pari il blues, vero padre di tutto) con il soul jazz che si sviluppò dall'hard bop, genere a cui aggiunse forti tinte blues, gospel e rhythm and blues. A differenza dell'hard bop, il soul jazz enfatizzava una pulsazione ritmica più ripetitiva, con cadenze melodiche più stilizzate e assoli meno complessi rispetto a quelli praticati in altri stili. Il soul jazz si sviluppò negli anni Cinquanta e raggiunse il picco della sua popolarità negli anni Settanta. Alcuni nomi indimenticabili: Richard "Groove" Holmes, Jack McDuff, Jimmy Smith, Eddie Harris, Stanley Turrentine e Hank Crawford. Dopo gli anni Settanta il jazz si confonde nella fusion, nel pop soul, nel funk ed ecco altre definizioni: adult contemporary music o smooth jazz. La lista dei protagonisti è infinita e i nomi sono straconosciuti. Pur parlando più o meno sempre di soul le mode, ad un certo punto, incominciano a farla da padrone e quindi, ancora altre definizioni. L’acid jazz è una di queste. Nasce sul finire degli anni Ottanta in Inghilterra e rimette in primo piano la piacevole commistione di jazz e soul per attirare il pubblico giovane di allora. Ricordiamo: il James Taylor Quartet (la parte jazz-funk); il DJ produttore Gilles Peterson (fonda nel ‘89 l'etichetta discografica Talkin' Loud) che lancia gruppi come Galliano (sono presenti due ex Style Council, White e Mick Talbot), gli Incognito e gli Young Disciples; il DJ produttore Eddie Piller (fonda l'Acid Jazz Records) e getta in pista Jamiroquai e i Brand New Heavies.

venerdì 13 novembre 2009

Ricapitolando: 6° incontro - Jazz e Beatles


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


6° incontro

Jazz e Beatles


Mercoledì 11 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Rocco Zifarelli (chitarre e electric oud)

Giuseppe Bassi (contrabbasso)

Fabio Accardi (batteria)


Se si pensa ad alcune canzoni dei Beatles soltanto come delle composizioni straordinarie, si scopre che, emancipate dalle versioni originali che le hanno rese famose tramite le possenti interpretazioni di Paul, John, George e Ringo, riescono ad entrare nell’ideale “song book” a disposizione di tutti quegli artisti che le vogliono accogliere nel loro personale repertorio. Il jazz non è da meno ed è accaduto che dei successi dichiaratamente pop, a firma dei Fab Four, siano diventati, a tutto titolo, dei veri e propri standard. Come non citare le versioni cantate da voci monumentali come quelle di Frank Sinatra, Bing Crosby, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Caterina Valente o RayCharles, in grado di rileggerne e svilupparne le potenzialità all’interno della struttura chiusa della forma-canzone. Sul fronte orchestrale a “tutto swing” il primo nome su tutti è il mitico Count Basie che nel ’66 registra con la sua big band “Beatles Bag”. In ordine sparso citiamo: John Abercrombie, Ralph Towner, Toots Thielemans, David Fiuczynski, Cassandra Wilson, Dianne Revees, Greg Osby, Spyro Gyra, Arturo Sandoval. Ed ancora, ma è impossibile nominarli tutti, Lionel Hampton, Buddy Rich, Oscar Peterson. C’è poi la fitta schiera di harboppers tra cui: i sassofonisti Stanley Turrentine e James Moody; il trombettista Lee Morgan; il flautista Herbie Mann e lo splendido chitarrista Wes Montgomery. Sono però i moderni pianisti a fare la parte del leone: da McCoy Tyner a Chick Corea, da Ramsey Lewis a Brad Mehldau. Sul fronte vocalist? Carmen McRae, Carol Sloane, Diana Krall e Bobby McFerrin. E poi…

Ricapitolando: 5° incontro - Jazz e Eloctronics


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


5° incontro

Jazz e Elettronica


Lunedì 2 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Maria Pia De Vito (voce & elettronica)

Luca Bulgarelli (basso & elettronica)

Michele Rabbia (batteria, percussioni e elettronica)

Alessandro Gwis (pianoforte & elettronica)


Il jazz e l’elettronica si affidano ad una serie di definizioni (electronic jazz, electro-jazz, e-jazz, jazztronica, jazz house, neo-jaz o future jazz) che provano a catalogare le molte espressioni sonore che fanno tutte capo alla commistione della libertà del jazz con il suono figlio della tecnologia, del computer e degli emulatori di suono. Molti musicisti sono alla continua ricerca di nuove aree in cui la loro creatività possa esprimersi in qualcosa di veramente inedito. Superato il periodo dove le soluzioni elettroniche invece di liberare la creatività, in realtà, la inibiva, creando degli stereotipi spesso sempre uguali (questo è avvenuto e avviene ancora nel pop e nella dance), il talento e l’intelligenza dei musicisti è riuscito a trovare un modo di “far suonare” il freddo suono del computer, fondendolo con gli strumenti acustici. Dopo il passaggio dal jazz acustico a quello elettrico avvenuto negli anni Settanta (Miles Davis, Herbie Hancock, Ornette Coleman), negli anni Ottanta musicisti come Bill Laswell e Jan Garbarek hanno estremizzato la loro ricerca (in un mix di stile, sonorità inusuali e tecnologia). Fra gli anni Novanta e il 2000 esplode la commistione tra soluzioni prodotte dal computer e le sonorità jazz (St Germain, DJ Takemura, Perry Hemus, Jazzanova) entrando prepotentemente nelle classifiche di vendita. Il movimento cresce e raccoglie non solo musicisti, ma anche produttori, DJ, video maker, artisti visivi, creando suggestive performance multimediali e multidisciplinari. Alcuni nomi: i produttori (spesso dei veri e propri team) Squarepusher, Spring Heel Jack, London Elektricity, Landslide; i musicisti techno come Laurent Garnier e Carl Craig; gli strumentisti della scena tradizionale jazz con la voglia di sperimentare come il pianista Bugge Wesseltoft e il trombettista Nils Petter Molvær. E come non ricordare The Cinematic Orchestra, una formazione che rappresenta in modo perfetto la corretta sintesi del jazz con i suoni elettronici.

martedì 3 novembre 2009

Ricapitolando: 4° incontro - Jazz e Rock



La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


4° incontro

Jazz e Rock


Venerdì 30 ottobre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00


Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Alfredo Bochicchio (chitarra)

Mats Eldberg (chitarra)

Stefano Micarelli (chitarra)

Pippo Matino (basso)

Marcello Surace (batteria)


Il Jazz Rock (chiamato anche Jazz Rock Fusion ed in seguito, più semplicemente, soltanto Fusion) è un perfetto esempio di contaminazione sonora a 360° emersa alla fine degli anni Sessanta e primi Settanta. Uno stuolo di musicisti di almeno tre estrazioni musicali diverse, spinti da tre necessità creative/espressive, anch’esse, diverse, hanno dato vita ad un innovativo universo sonoro, ricco di intuizioni e meravigliosi talenti. Nel Jazz Rock sono confluiti: molti jazzisti giovani che avevano voglia di prendere gli insegnamenti dei maestri del passato e vestirli, elettrificandoli, con i “colori” (stili, tecnologie e liturgie) dell’epoca; molti interpreti del rock che avevano voglia di superare i confini della semplicità (non solo armonica) del genere di appartenenza; e, infine, il funk metropolitano, allora nascente, energica colonna sonora della nuova cultura afroamericana.

Volendo indicare, solo a titolo di pura semplificazione, le prime incisioni che rivelarono al mondo la nuova contaminazione del Jazz, i due nomi che potrebbero mettere quasi tutti d’accordo sono: Frank Zappa e Miles Davis, con gli album “Hot Rats” (’69) per il primo, “In a Silent Way” (‘69) e “Bitches Brew” (‘70) per il secondo. Ma il Jazz Rock è tanto altro: il gruppo dei Weather Report di Wayne Shorter, Jaco Pastorius e Joe Zawinul; l’album “Spectrum” del potente batterista Billy Cobham; l’imprevedibile violinista francese Jean Luc Ponty, gli inglesi Soft Machine, i giapponesi Casiopea, gli americani Return to Forever di Chick Carea, la esotica Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin. Altri nomi, impossibili da dimenticare: Larry Carlton, Larry Coryell, Al Di Meola, Herbie Hancock, Marcus Miller, Pat Metheny e…

sabato 24 ottobre 2009

Ricapitolando: 3° incontro. Jazz e Brasile


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


3° incontro

Jazz e Brasile

Lunedì 19 ottobre


Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Max De Tomasi (conduttore radiofonico)

Eddy Palermo (chitarra)

Rinaldo Santiago (batteria)

Daniele Basirico (basso)

Marina De Santis (voce)

Claudio Colasazza (pianoforte)

Juan Carlos Albelo (armonica)


Paradossalmente, l'incontro tra i due principali generi musicali del continente americano (il jazz e il samba), non avvenne per opera di coloro che li avevano inventati e ne avevano fatto la storia e stabilito le caratteristiche. Il jazz nordamericano è sostanzialmente dovuto all'influenza dei ritmi africani mescolati con la musica europea e flokloristica dei bianchi. Allo stesso modo, ma con modalità completamente diverse, la musica brasiliana, nasce dall'unione dei ritmi importati dagli schiavi con la musica portoghese e dai ritmi indigeni (la musica brasiliana, come il suo popolo, ha tre anime). In entrambe le situazioni, tradizione musicale europea, tradizioni religiose (protestanti al nord, cattoliche al sud), si sono mescolate al temperamento dei neri che sono stati i maggiori interpreti, innovatori e animatori della musica dei due sub-continenti. La vera "fusion" tra il jazz nordamericano ed il samba (musica) brasiliano (nella loro forma più moderna) avviene invece ad opera di musicisti bianchi. La bossa nova era una forma di samba totalmente reinventato da un gruppo eterogeneo come collocazione geografica, ma del tutto omogeneo come caratteristiche sociali: si trattava di bianchi della società borghese, modernista e ispirata dal nuovo vento di risveglio economico e nazionalistico, del Brasile di Juscelino Kubitschek. Il jazz con cui si fuse, ad opera dei suoi stessi inventori, negli Stati Uniti nei primi anni Sessanta, era quello di un musicista di successo come Stan Getz, che molto doveva al vero jazz nero, ma che era uno dei maggiori esponenti della musica più cool, amata dal grande pubblico, bianco, quello che comperava i dischi e votava nei referendum delle testate specializzate.

giovedì 15 ottobre 2009

Ricapitolando: 2° incontro . Jazz e Cuba


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


2° incontro

Lunedì 12 ottobre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


con

Emanuele Smimmo (batteria)

Carlos Sarmiento (pianoforte)

Francesco Puglisi (basso elettrico)

Juan Carlos Albelo Zamora (violino e armonica)


Il Jazz Cubano forma la spina dorsale dell'universo molto più ampio del Latin Jazz ed è caratterizzato da ritmi combinati con melodie di jazz e progressioni di strumenti a corda. Le influenze latine hanno iniziato a fondersi con la musica diffusa negli States nel 1930. Alcuni balli latini come la salsa e il merengue continuano a sentirne l'influenza oggi.

La musica latina ha un suo proprio suono univoco. Le otto note sono suonate direttamente, non swingate come negli altri stili di jazz ma sincopate. Una larga varietà di percussioni latine favoriscono la nascita di orchestre musicali. Le Congas, che sono di origine Afro-Cubane vengono suonate con i palmi delle mani e con le dita, anche i Bongos sono Afro-Cubani, ma sono più alti e più sottili. Altri strumenti comuni sono timbales, claves e campanacci.

Il Jazz Cubano, semplificando molto, è la mescolanza tra il Jazz e il Son, tra i suoi interpreti si ricorda Mario Bauzà, trombettista di valore mondiale emigrato negli Stati Uniti negli anni Trenta. Il Jazz cubano ha il merito di far entrare in ogni orchestra moderna di Jazz le percussioni cubane di origine africana. Tra i suoi massimi esponenti ricordiamo Chucho Valdés, Arturo Sandoval, il gruppo Irakere, Guillermo Bareto, Emiliano Salvador e Chano Pozo…. ma la lista può continuare all’infinito.


Ricapitolando: 1 incontro - Introduzione


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

1° incontro

Lunedì 5 ottobre


Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


con

Dario Salvatori

Ezio Zaccagnini (batteria e percussioni)

Giosi Cincotti (pianoforte e tastiere)

Jacopo Ferrazza (contrabbasso e basso elettrico)


Partendo dalla diffusa asserzione che definisce il jazz sia “un genere della musica”, considerandola riduttiva, in questo primo incontro (che per semplicità definiamo introduttivo al ciclo) si cerca di investigare il jazz come un universo complesso, affollato è pieno di sorprese. Per rendere con chiarezza questa moltitudine di concetti, solo per questa volta, useremo definizioni convenzionali (apparentemente tecniche) che catalogano il jazz in macroaree (Big Band/Swing – Bop – Cool - Free Jazz – Fusion - Hard Bop - Latin Jazz/World Fusion - New Orleans/Classic Jazz - Soul Jazz/Groove) che, a loro volta si snodano in tante proposte che tengono conto degli stili, delle strutture musicali, del tipo di formazioni e delle mille contaminazioni (non solo sonore).