sabato 24 ottobre 2009

Ricapitolando: 3° incontro. Jazz e Brasile


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


3° incontro

Jazz e Brasile

Lunedì 19 ottobre


Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Max De Tomasi (conduttore radiofonico)

Eddy Palermo (chitarra)

Rinaldo Santiago (batteria)

Daniele Basirico (basso)

Marina De Santis (voce)

Claudio Colasazza (pianoforte)

Juan Carlos Albelo (armonica)


Paradossalmente, l'incontro tra i due principali generi musicali del continente americano (il jazz e il samba), non avvenne per opera di coloro che li avevano inventati e ne avevano fatto la storia e stabilito le caratteristiche. Il jazz nordamericano è sostanzialmente dovuto all'influenza dei ritmi africani mescolati con la musica europea e flokloristica dei bianchi. Allo stesso modo, ma con modalità completamente diverse, la musica brasiliana, nasce dall'unione dei ritmi importati dagli schiavi con la musica portoghese e dai ritmi indigeni (la musica brasiliana, come il suo popolo, ha tre anime). In entrambe le situazioni, tradizione musicale europea, tradizioni religiose (protestanti al nord, cattoliche al sud), si sono mescolate al temperamento dei neri che sono stati i maggiori interpreti, innovatori e animatori della musica dei due sub-continenti. La vera "fusion" tra il jazz nordamericano ed il samba (musica) brasiliano (nella loro forma più moderna) avviene invece ad opera di musicisti bianchi. La bossa nova era una forma di samba totalmente reinventato da un gruppo eterogeneo come collocazione geografica, ma del tutto omogeneo come caratteristiche sociali: si trattava di bianchi della società borghese, modernista e ispirata dal nuovo vento di risveglio economico e nazionalistico, del Brasile di Juscelino Kubitschek. Il jazz con cui si fuse, ad opera dei suoi stessi inventori, negli Stati Uniti nei primi anni Sessanta, era quello di un musicista di successo come Stan Getz, che molto doveva al vero jazz nero, ma che era uno dei maggiori esponenti della musica più cool, amata dal grande pubblico, bianco, quello che comperava i dischi e votava nei referendum delle testate specializzate.

giovedì 15 ottobre 2009

Ricapitolando: 2° incontro . Jazz e Cuba


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


2° incontro

Lunedì 12 ottobre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


con

Emanuele Smimmo (batteria)

Carlos Sarmiento (pianoforte)

Francesco Puglisi (basso elettrico)

Juan Carlos Albelo Zamora (violino e armonica)


Il Jazz Cubano forma la spina dorsale dell'universo molto più ampio del Latin Jazz ed è caratterizzato da ritmi combinati con melodie di jazz e progressioni di strumenti a corda. Le influenze latine hanno iniziato a fondersi con la musica diffusa negli States nel 1930. Alcuni balli latini come la salsa e il merengue continuano a sentirne l'influenza oggi.

La musica latina ha un suo proprio suono univoco. Le otto note sono suonate direttamente, non swingate come negli altri stili di jazz ma sincopate. Una larga varietà di percussioni latine favoriscono la nascita di orchestre musicali. Le Congas, che sono di origine Afro-Cubane vengono suonate con i palmi delle mani e con le dita, anche i Bongos sono Afro-Cubani, ma sono più alti e più sottili. Altri strumenti comuni sono timbales, claves e campanacci.

Il Jazz Cubano, semplificando molto, è la mescolanza tra il Jazz e il Son, tra i suoi interpreti si ricorda Mario Bauzà, trombettista di valore mondiale emigrato negli Stati Uniti negli anni Trenta. Il Jazz cubano ha il merito di far entrare in ogni orchestra moderna di Jazz le percussioni cubane di origine africana. Tra i suoi massimi esponenti ricordiamo Chucho Valdés, Arturo Sandoval, il gruppo Irakere, Guillermo Bareto, Emiliano Salvador e Chano Pozo…. ma la lista può continuare all’infinito.


Ricapitolando: 1 incontro - Introduzione


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

1° incontro

Lunedì 5 ottobre


Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


con

Dario Salvatori

Ezio Zaccagnini (batteria e percussioni)

Giosi Cincotti (pianoforte e tastiere)

Jacopo Ferrazza (contrabbasso e basso elettrico)


Partendo dalla diffusa asserzione che definisce il jazz sia “un genere della musica”, considerandola riduttiva, in questo primo incontro (che per semplicità definiamo introduttivo al ciclo) si cerca di investigare il jazz come un universo complesso, affollato è pieno di sorprese. Per rendere con chiarezza questa moltitudine di concetti, solo per questa volta, useremo definizioni convenzionali (apparentemente tecniche) che catalogano il jazz in macroaree (Big Band/Swing – Bop – Cool - Free Jazz – Fusion - Hard Bop - Latin Jazz/World Fusion - New Orleans/Classic Jazz - Soul Jazz/Groove) che, a loro volta si snodano in tante proposte che tengono conto degli stili, delle strutture musicali, del tipo di formazioni e delle mille contaminazioni (non solo sonore).

domenica 11 ottobre 2009

Addio Maurizio Viola... capace di fare dei fantastici ritratti al colorato mondo della nostra musica

Pensando a Maurizio Viola mi vengono in mente, per prime, tre cose: la musica (nella sua essenza più profonda), l'amore per gli animali (il rapporto con il cane Pippo era qualcosa di più di un sodalizio perfetto) e il cibo (inteso come prodotti di qualità ed una predisposizione per la cucina). Ecco perchè da più di 30 anni ho avuto con Maurizio un rapporto di amicizia profondo tenuto in vita dalla voglia di condivisione. E di argomenti in comune ne avevamo... altro che se ne avevamo...
Cominciamo col dire che il 90 per cento delle persone che leggeranno queste righe hanno una sua foto in casa e non lo sanno. Maurizio ha fotografato tutta la musica che conta. La lista è infinita: dagli U2 a Bruce Springsteen, da Fabrizio De Andrè a Vasco Rossi, passando per il jazz, la musica etnica, il rock progressive e il teatro/canzone. Se avete voglia, andate a vedere i crediti della fotografia che troneggia sulla copertina del vostro CD preferito e troverete il suo nome.
Se gli artisti stranieri che vengono in Italia, solo per qualche giorno e poi proseguono il loro viaggio, lo hanno fugacemente apprezzato per la sua professionalità e talento, ci sono alcune star nostrane che a Maurizio devono molto e, se avessero un minimo di spirito autocritico, oggi che non c'è più, dovrebbero rimproverarsi per la loro volgare irriconoscenza. Mi verrebbe voglia di fare i nomi, ma Maurizio mi disapproverebbe e quindi non li faccio.
La vita di un artista (e Viola era un artista a tutto titolo) è fatta di alti e bassi, ma per chi non calca un palcoscenico con successo ma vive dietro le quinte, gli alti non sono mai molto alti e i bassi sono faticosi da superare. Dove erano, in questi ultimi anni, le star nostrane "amiche" che da lui hanno sempre preso il massimo (e anche di più), pagando il giusto e gli hanno dato poco... assai poco in cambio? Per loro l'importante è tenere le postazioni (i fatturati) e chi se ne frega di chi ha contribuito a metterti lì dove sono ora...
Maurizio è andato per la sua strada e ha continuato a realizzare cose bellissime: spettacoli di grande livello, progetti che sono sempre emersi dall'asfittico nulla che regna sovrano nella musica di consumo italica, uno scouting quasi maniacale nell'universo dei nuovi talenti e poi... "Generazione X" , una rassegna (unica nel suo genere) che ha aperto il Parco della Musica di Roma ad una serie di artisti che difficilmente avrebbero potuto trovare spazio se quei prestigiosi palchi.
Mi mancheranno le tue veementi prese di posizione sociali e politiche, mi mancherà il tuo incondizionato amore per la nostra Roma incasinata, mi mancheranno la tua gentilezza, l'educazione d'altri tempi, l'eleganza dei modi e la dedizione con cui difendevi la parola data, mi mancherà un interlocutore affidabile come te, mi mancherà la tua amicizia che mi ha sempre onorato. Maurizio... mi mancherai... tantissimo.
P.S. Se ti vuoi far conoscere da tutti quelli che ti circondano dove sei ora, fagli assaggiare la tua mitica carbonara.. e scatterà il tripudio verso un grande gentiluomo.