venerdì 27 novembre 2009

Ricapitolando: 8° incontro - Jazz e Tango


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno
12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni

8° incontro
Jazz e Tango
Lunedì 23 novembre

Auditorio della Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00

Ingresso gratuito
Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)

Conduce Alfredo Saitto
Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti

Con
GIULIANA SOSCIA – PINO JODICE & ITALIAN TANGO QUARTET

Giuliano Soscia (fisarmonica)
Pino Jodice (pianoforte)
Aldo Vigorito (contrabbasso)
Emanuele Smimmo (batteria)

Il tango è una forma d'arte che comprende musica e danza nata a Buenos Aires intorno alla seconda metà dell'800. Il tango utilizza per le sue esecuzioni uno strumento, forse inventato o forse popolarizzato dal musicista tedesco Heinrich Band, il bandoneón, una sorta di fisarmonica di legno con dei fori la cui apertura o chiusura con i polpastrelli produce le note, e che ha la caratteristica di cambiare la nota a seconda se il mantice viene compresso o invece dilatato. Pur essendo una musica molto sincopata, non utilizza strumenti a percussione ed anche gli altri strumenti utilizzati vengono suonati in modo del tutto particolare per dare forti accenti di battuta e segnature ritmiche. La sua struttura armonica, però, è tipicamente italiana. La metà del peso culturale del tango è originaria dall'Italia. I nomi dei maggiori compositori di musica, a partire dai primi anni del Novecento fino all’età d’oro, quella degli anni '30 e '40, Aníbal Troilo, Juan D'Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, Francisco De Caro, sono tutti figli d’italiani. Anche Astor Piazzolla, il musicista che ha cambiato il corso del tango, portandolo in giro per il mondo, ha origini italiane (per la precisione di Trani). Musicalmente il tango si è evoluto incontrando il jazz e, negli ultimi anni, è sorto un movimento di giovani musicisti che tramite le contaminazioni hanno creato quello che per semplicità viene definito nuevo tanto. Il 30 settembre 2009 l'UNESCO ha dichiarato il tango Patrimonio Culturale Intangibile dell'Umanità.

Ricapitolando: 7° incontro - Soul Jazz e Acid Jazz


La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


7° incontro

Soul Jazz e Acid Jazz


Lunedì 16 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

FULVIO TOMAINO & ITALIAN SOUL DELEGATION

Fulvio Tomaino (lead vocal)

Massimo Calabrese (bass & voice)

Franco Ventura (guitars & voice)

Davide Pistoni (piano, keyboards & voice)

Derek Wilson (drums & percussion)

Eric Daniel (saxes & flute

)

In questo incontro è protagonista la musica nera e le sue mille sfaccettature. Se prendiamo in considerazione la black music che oggi ascoltiamo, ci dovremmo perdere in mille definizioni legate a stili o generi simili, ma diversi. Semplificando: tutto è iniziato (saltando a piè pari il blues, vero padre di tutto) con il soul jazz che si sviluppò dall'hard bop, genere a cui aggiunse forti tinte blues, gospel e rhythm and blues. A differenza dell'hard bop, il soul jazz enfatizzava una pulsazione ritmica più ripetitiva, con cadenze melodiche più stilizzate e assoli meno complessi rispetto a quelli praticati in altri stili. Il soul jazz si sviluppò negli anni Cinquanta e raggiunse il picco della sua popolarità negli anni Settanta. Alcuni nomi indimenticabili: Richard "Groove" Holmes, Jack McDuff, Jimmy Smith, Eddie Harris, Stanley Turrentine e Hank Crawford. Dopo gli anni Settanta il jazz si confonde nella fusion, nel pop soul, nel funk ed ecco altre definizioni: adult contemporary music o smooth jazz. La lista dei protagonisti è infinita e i nomi sono straconosciuti. Pur parlando più o meno sempre di soul le mode, ad un certo punto, incominciano a farla da padrone e quindi, ancora altre definizioni. L’acid jazz è una di queste. Nasce sul finire degli anni Ottanta in Inghilterra e rimette in primo piano la piacevole commistione di jazz e soul per attirare il pubblico giovane di allora. Ricordiamo: il James Taylor Quartet (la parte jazz-funk); il DJ produttore Gilles Peterson (fonda nel ‘89 l'etichetta discografica Talkin' Loud) che lancia gruppi come Galliano (sono presenti due ex Style Council, White e Mick Talbot), gli Incognito e gli Young Disciples; il DJ produttore Eddie Piller (fonda l'Acid Jazz Records) e getta in pista Jamiroquai e i Brand New Heavies.

venerdì 13 novembre 2009

Ricapitolando: 6° incontro - Jazz e Beatles


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


6° incontro

Jazz e Beatles


Mercoledì 11 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Rocco Zifarelli (chitarre e electric oud)

Giuseppe Bassi (contrabbasso)

Fabio Accardi (batteria)


Se si pensa ad alcune canzoni dei Beatles soltanto come delle composizioni straordinarie, si scopre che, emancipate dalle versioni originali che le hanno rese famose tramite le possenti interpretazioni di Paul, John, George e Ringo, riescono ad entrare nell’ideale “song book” a disposizione di tutti quegli artisti che le vogliono accogliere nel loro personale repertorio. Il jazz non è da meno ed è accaduto che dei successi dichiaratamente pop, a firma dei Fab Four, siano diventati, a tutto titolo, dei veri e propri standard. Come non citare le versioni cantate da voci monumentali come quelle di Frank Sinatra, Bing Crosby, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Caterina Valente o RayCharles, in grado di rileggerne e svilupparne le potenzialità all’interno della struttura chiusa della forma-canzone. Sul fronte orchestrale a “tutto swing” il primo nome su tutti è il mitico Count Basie che nel ’66 registra con la sua big band “Beatles Bag”. In ordine sparso citiamo: John Abercrombie, Ralph Towner, Toots Thielemans, David Fiuczynski, Cassandra Wilson, Dianne Revees, Greg Osby, Spyro Gyra, Arturo Sandoval. Ed ancora, ma è impossibile nominarli tutti, Lionel Hampton, Buddy Rich, Oscar Peterson. C’è poi la fitta schiera di harboppers tra cui: i sassofonisti Stanley Turrentine e James Moody; il trombettista Lee Morgan; il flautista Herbie Mann e lo splendido chitarrista Wes Montgomery. Sono però i moderni pianisti a fare la parte del leone: da McCoy Tyner a Chick Corea, da Ramsey Lewis a Brad Mehldau. Sul fronte vocalist? Carmen McRae, Carol Sloane, Diana Krall e Bobby McFerrin. E poi…

Ricapitolando: 5° incontro - Jazz e Eloctronics


La Casa del Jazz presenta

Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


5° incontro

Jazz e Elettronica


Lunedì 2 novembre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma


Ore 19.00

Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Maria Pia De Vito (voce & elettronica)

Luca Bulgarelli (basso & elettronica)

Michele Rabbia (batteria, percussioni e elettronica)

Alessandro Gwis (pianoforte & elettronica)


Il jazz e l’elettronica si affidano ad una serie di definizioni (electronic jazz, electro-jazz, e-jazz, jazztronica, jazz house, neo-jaz o future jazz) che provano a catalogare le molte espressioni sonore che fanno tutte capo alla commistione della libertà del jazz con il suono figlio della tecnologia, del computer e degli emulatori di suono. Molti musicisti sono alla continua ricerca di nuove aree in cui la loro creatività possa esprimersi in qualcosa di veramente inedito. Superato il periodo dove le soluzioni elettroniche invece di liberare la creatività, in realtà, la inibiva, creando degli stereotipi spesso sempre uguali (questo è avvenuto e avviene ancora nel pop e nella dance), il talento e l’intelligenza dei musicisti è riuscito a trovare un modo di “far suonare” il freddo suono del computer, fondendolo con gli strumenti acustici. Dopo il passaggio dal jazz acustico a quello elettrico avvenuto negli anni Settanta (Miles Davis, Herbie Hancock, Ornette Coleman), negli anni Ottanta musicisti come Bill Laswell e Jan Garbarek hanno estremizzato la loro ricerca (in un mix di stile, sonorità inusuali e tecnologia). Fra gli anni Novanta e il 2000 esplode la commistione tra soluzioni prodotte dal computer e le sonorità jazz (St Germain, DJ Takemura, Perry Hemus, Jazzanova) entrando prepotentemente nelle classifiche di vendita. Il movimento cresce e raccoglie non solo musicisti, ma anche produttori, DJ, video maker, artisti visivi, creando suggestive performance multimediali e multidisciplinari. Alcuni nomi: i produttori (spesso dei veri e propri team) Squarepusher, Spring Heel Jack, London Elektricity, Landslide; i musicisti techno come Laurent Garnier e Carl Craig; gli strumentisti della scena tradizionale jazz con la voglia di sperimentare come il pianista Bugge Wesseltoft e il trombettista Nils Petter Molvær. E come non ricordare The Cinematic Orchestra, una formazione che rappresenta in modo perfetto la corretta sintesi del jazz con i suoni elettronici.

martedì 3 novembre 2009

Ricapitolando: 4° incontro - Jazz e Rock



La Casa del Jazz presenta


Jazz Colours – La musica che ti gira intorno

12 incontri sul jazz e le sue contaminazioni


4° incontro

Jazz e Rock


Venerdì 30 ottobre

Auditorio della Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55 - 00153 Roma

Ore 19.00


Ingresso gratuito

Info line: Tel. 06 704731 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00)


Conduce Alfredo Saitto

Con la collaborazione tecnica di Vittorio Malpassuti


Con

Alfredo Bochicchio (chitarra)

Mats Eldberg (chitarra)

Stefano Micarelli (chitarra)

Pippo Matino (basso)

Marcello Surace (batteria)


Il Jazz Rock (chiamato anche Jazz Rock Fusion ed in seguito, più semplicemente, soltanto Fusion) è un perfetto esempio di contaminazione sonora a 360° emersa alla fine degli anni Sessanta e primi Settanta. Uno stuolo di musicisti di almeno tre estrazioni musicali diverse, spinti da tre necessità creative/espressive, anch’esse, diverse, hanno dato vita ad un innovativo universo sonoro, ricco di intuizioni e meravigliosi talenti. Nel Jazz Rock sono confluiti: molti jazzisti giovani che avevano voglia di prendere gli insegnamenti dei maestri del passato e vestirli, elettrificandoli, con i “colori” (stili, tecnologie e liturgie) dell’epoca; molti interpreti del rock che avevano voglia di superare i confini della semplicità (non solo armonica) del genere di appartenenza; e, infine, il funk metropolitano, allora nascente, energica colonna sonora della nuova cultura afroamericana.

Volendo indicare, solo a titolo di pura semplificazione, le prime incisioni che rivelarono al mondo la nuova contaminazione del Jazz, i due nomi che potrebbero mettere quasi tutti d’accordo sono: Frank Zappa e Miles Davis, con gli album “Hot Rats” (’69) per il primo, “In a Silent Way” (‘69) e “Bitches Brew” (‘70) per il secondo. Ma il Jazz Rock è tanto altro: il gruppo dei Weather Report di Wayne Shorter, Jaco Pastorius e Joe Zawinul; l’album “Spectrum” del potente batterista Billy Cobham; l’imprevedibile violinista francese Jean Luc Ponty, gli inglesi Soft Machine, i giapponesi Casiopea, gli americani Return to Forever di Chick Carea, la esotica Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin. Altri nomi, impossibili da dimenticare: Larry Carlton, Larry Coryell, Al Di Meola, Herbie Hancock, Marcus Miller, Pat Metheny e…